Bologna 28/02/2001

prot. 35 MB/bc

Ai Presidenti delle Cooperative

di pulizia –ambiente

e p.c- G.PISERI c/o ANCST Lombardia

e p.c- G.POLETTI Presidente Legacoop E.R

e p.c- Ai Responsabili territoriali di comparto

LL.SS

Cari amici,.

la Commissione di comparto regionale, riunitasi il giorno 27/02/2001, ha approfondito le seguenti questioni ed ha approvato il relativo documento.

Lo scenario in cui operano le cooperative sta velocemente evolvendo attraverso nuovi percorsi che produrranno cambiamenti importanti e radicali, quali l’aprirsi dei mercati, l’entrata dei competitori internazionali, in particolare nel campo dei servizi globali integrati, che ha reali possibilità di sviluppo e di creazione di valore aggiunto.

Continua inoltre la concorrenza sleale e selvaggia delle cooperative spurie, nonché di veri e propri "pirati" operanti nell’illegalità, minimo di tipo contrattuale.

Valutiamo positivamente, per limitare quanto sopra, la legge n.327/2000 sull’obbligatorietà della valutazione dei costi del lavoro e della sicurezza nelle gare di appalto al massimo ribasso, che continuano purtroppo ad essere maggioritarie rispetto alla più tutelante offerta economicamente più vantaggiosa.

Sotto la spinta della globalizzazione e della competizione internazionale si sta passando da un sistema di garanzie di buon livello, sia in materia di diritti sul posto di lavoro che di assistenza e di previdenza, a una situazione di ridotta protezione del lavoro e delle prospettive complesse di vita.

Cresce sempre di più la necessità, anche in relazione alle evoluzioni dello stato sociale, di favorire e implementare, compatibilmente con le condizioni di legge, il ricorso alla previdenza integrativa, tramite i fondi pensione specificatamente istituiti, per garantire copertura previdenziale ai soci lavoratori interessati.

La concezione del lavoro e dell’organizzazione predominanti, nonché la conseguente legislazione, hanno teso a flessibilizzare le forme dei rapporti lavorativi.

Basti pensare in questo senso, in relazione alle normative sull’interinale e sulla collaborazione coordinata e continunativa, alle continue spinte per renderli applicabili anche a settori e a figure professionali impropri.

Per contro si registra l’irrigidimento di normative fondamentali nel settore dei servizi, quali il D.L 61/2000 sul part-time, che lo rende sostanzialmente inapplicabile,nonostante le insufficienti modifiche apportatevi dall’ultimo Consiglio dei Ministri:continuano a configurarsi infatti nei vari passaggi del testo norme che contrastano apertamente con l’esigenza di reale flessibilità imposta da ineludibili logiche economiche e di mercato, nonché di servizio ai clienti/utenti.

Il rischio cresce ancora rispetto al perdurante, preoccupante stallo sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

Indipendentemente dalle intenzioni del legislatore, tali norme rappresentano inoltre un passo indietro in termini di incentivo all’occupazione a tempo parziale rispetto alla situazione di fatto esistente in precedenza.

Al di là della riforma più complessiva del Governo societario e del percorso parlamentare del D.L socio lavoratore,si impone comunque la necessità di una profonda revisione del DPR 602/70 in relazione alle nuove condizioni del mercato del lavoro, caratterizzato da una cultura del tutto diversa rispetto a trent’anni fa, considerata anche la crescente carenza di mano d’opera.

In considerazione di quanto sopra, si evince che:

  1. nell’attuale quadro economico e di mercato, un superamento repentino della 602 comporterebbe effetti pesanti per molte cooperative interessate;
  2. occorre analizzare settore per settore i tempi necessari, comunque non inferiori ai cinque anni, per l’adeguamento ai salari contrattuali di riferimento;
  3. occorre quindi istituire un gruppo misto di lavoro con le OO.SS, avente il compito di definire quanto sopra.

A tutto questo si aggiunge il superamento nel 2001 del regime transitorio dell’IRAP, che a consuntivo contraddirebbe il principio dell’invarianza contributiva che l’ispirava e per cui si auspica la necessaria attenzione delle Regioni, nel cui potere sta, fin dal 2000, la variazione fino a un punto in meno della relativa aliquota del 4,25%.

A tal proposito esprimiamo forte preoccupazione per la decisione contenuta nel bilancio regionale di previsione 2001 di lasciare invariata l’aliquota.

Ciò comporterà aumenti di costo attorno al 10% nelle cooperative di comparto.

Ancor più grave sarebbe analoga decisione sulla previsione 2002: il totale superamento del regime transitorio comporterebbe infatti maggiori costi fino al 35-40%.

Essendo ciò incoerente con il principio dell’invarianza contributiva ed estremamente negativo su conti economici, ci troveremmo costretti ad attuare azioni di protesta che vorremmo evitare in una Regione che dovrebbe invece ritenere prioritari i problemi sociali ed occupazionali.

Tutto ciò compota una nostra capacità di iniziativa a diversi livelli e nei diversi campi di intervento, che attueremo nei modi e nei tempi più opportuni, a cominciare dal presente documento.

La Commissione del Comparto Pulizie ambiente

 

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